LA STORIA DI UNO SCIENZIATO E DEL SUO ROBOT

di Amoriello Samanta, Cocchi Camilla, Yang Diego

“Cari scienziati, brindiamo al nostro primo robot che siamo riusciti a creare dopo ben 7 anni!”

“A Luke!!” gridarono i colleghi scienziati.

“Cari colleghi, mi dispiace dovervi lasciare proprio ora, ma devo andare a casa, oggi è stata una giornata pesante per me. Buona serata! A domani!” Disse Erik, il superiore, colui che ha guidato lo studio e la progettazione del robot.

Appena arrivato a casa Erik andò a letto e crollò in un sonno profondo.

Arrivò il grande giorno, ed Erik era di buon umore, finalmente il suo progetto, che sognava da quando era giovane, poteva riuscire.

Si recò al laboratorio in anticipo, non c’era ancora nessuno, si mise a sedere sulla sua sedia e attese gli altri colleghi. Dopo che furono tutti presenti iniziarono il lavoro, e dopo ore e ore di impegno, assemblarono l’ultimo pezzo, Erik si scostò un attimo per ammirare il suo progetto finalmente concluso. Poi premette il bottone per attivarlo. Dopo qualche secondo in cui tutti gli scienziati si guardavano in attesa di un segno di vita da parte del robot, quest’ultimo aprì lentamente gli occhi come se fosse stato un comune umano.

Erik era contentissimo del risultato ottenuto e non vedeva l’ora di lavorare con il suo robot! Provarono subito a farlo lavorare, e tutto era perfetto: il robot era come doveva essere secondo gli studi, ed Erik, come tutti gli altri scienziati, era al settimo cielo.

Tutti lo applaudirono, e la prima cosa che fece, fu quella di chinarsi all’altezza del robot e parlargli per vedere se era in grado di capire, ascoltare e parlare.

“Luke, dimmi quanto fa 30×50.” Disse Erik al robot.

“1500 Signore”.

“Bene colleghi, il nostro robot può cominciare a lavorare direi! Funziona benissimo.” Disse lo scienziato con un tono soddisfatto e felice.

“Ok perfetto, io direi di provare domani, a quest’ora non c’è niente da fargli fare”.

“Benissimo, allora ci ritroviamo domani alle 7:00! Arrivederci.”

…………………

Erano esattamente le 7:07 quando Erik varcò la soglia del laboratorio, rimanendo senza parole: tutti gli scienziati avevano gli occhi fuori dalle orbite, alcuni con le mani fra i capelli, altri erano rimasti a bocca aperta. Inizialmente Erik non si rese conto del problema, ma dopo essersi girato dalla parte in cui tutti guardavano, rimase come paralizzato: tutto il suo ufficio era completamente distrutto, scrivania a terra, fogli in ogni dove, cartelle svuotate, di tutto e di più.

“Chi sarebbe stato a fare tutto questo?” Chiese Erik cercando di restare calmo.

“È stato il robot Luke Signore.” Rispose un po’ tremante un collega.

“C-Come? Come può essere?”

“Esatto Erik, forse non è stato spento correttamente ieri sera e durante la notte avrebbe procurato il disastro. Quando siamo arrivati era tutto così come lo vede lei ora.”

“Capisco… dov’è in questo momento?”

“Lo abbiamo trovato spento nel corridoio e lo abbiamo messo nel mio studio.” Rispose Jorge.

Erik corse subito nello studio, e come aveva detto il collega, Luke era sopra la scrivania, spento. Subito dopo che lo scienziato lo attivò, il robot aprì gli occhi e scese dalla scrivania per poi uscire dallo studio e andare in quello di Erik per mettere in ordine il caos che aveva fatto.

Tutti gli scienziati sembravano più esterrefatti di prima, ma Erik decise di parlare:

“Come vedete non ci sono problemi, Luke sa svolgere il suo lavoro senza difficoltà. Potremmo usarlo per le ricerche che dobbiamo fare come previsto!”

“Scusi Erik, ma a me sembra pericoloso farlo lavorare con sostanze nocive ed esplosive, se rifacesse lo stesso caos che ha scatenato questa notte.” Disse Mike, un collega.

“Scusi Erik, ma anche io sono d’accordo con Mike.”

“Sì anche io, potrebbe essere molto pericoloso.” Aggiunsero altri colleghi.

“Scusate ma potrebbe anche non esserlo.”

“Si , ma è meglio prevenire che trovarsi dopo problemi, che comporterebbero perdite di tempo e denaro. Io direi di lasciare Luke da parte e provare a sperimentare un altro robot. Questa volta tanto sapremo come fare e il lavoro durerà molto meno con risultati migliori. Direi che è la scelta giusta, no!?”

“No! Io non sono d’accordo. Se voi volete provare a fare in questo modo, io lascerò il posto a qualcuno che appoggerà questa decisione. Però ad una condizione: Luke lo prendo io, è il mio progetto e lo voglio portare via con me.” Disse con tono serio Erik.

“Scusi ma non può abbandonare il lavoro e tutti i suoi studi per salvare un robot malfunzionante!”

“Certo che posso! Anzi, me ne andrò adesso, così potrete continuare con altri nuovi studi, io i miei li ho già fatti e a quanto pare non sono andati a buon fine. Vi auguro di poter avere più fortuna di me. Addio.”

E detto questo Erik uscì da quello che era stato il suo laboratorio per tutti questi anni della sua carriera, e il posto dove aveva studiato e lavorato a quel progetto a cui era troppo affezionato per lasciarlo in una stanza a prendere polvere. Portò con sé il robot, quell’essere che non era umano tanto quanto sembrava e forse meritava.

…………………

 

Passarono giorni, mesi, anni, eppure Erik e Luke erano sempre insieme. Erik ormai era vecchio, anche Luke lo era, ma a lui non si vedevano i segni dell’età. In ogni caso sembrava invecchiare allo stesso modo e allo stesso tempo di Erik, il suo creatore. Sembrava esserci un legame, non solo di affetto o di amicizia, tra loro due, ma come un legame mentale che molte volte li faceva provare le stesse emozioni e pensieri. Era un legame molto particolare, strano, bello e allo stesso tempo inquietante. Ma nessuno, compreso Erik, riuscì a capire che era un legame indistruttibile, creatosi involontariamente, che li univa fin quando uno dei due non sarebbe morto, provocando la morte anche del secondo. E così successe: all’età di 93 anni,Erik Walson, morì per cause naturali, subito dopo anche il suo robot Luke, per il quale aveva combattuto con tutto se stesso fino alla sua morte si spense.

 

1+
CULTURA
  • _________________________________________________

    LA FESTA DEL LAVORO

    Il lavoro, cosa si celebra in questo giorno così importante da diventare festa nazionale? Si celebrano le lotte combattute per far sì che tutti i diritti dei lavoratori e il diritto all'istruzione venissero rispettati perché non troppo tempo fa i bambini meno ricchi andavano a lavorare appena possibile. Ma cominciamo dall'inizio quando il 20 luglio 1889 in Francia, alcuni partiti… … continua la lettura

  • _________________________________________________

    Memoria, STORIA, ricordo… .Per conoscere e non dimenticare – 3^D

      Il 27 Gennaio , Giornata della memoria, e il 10 Febbraio, Giorno del ricordo, sono date molto vicine nel calendario, ma diverse per ciò che rappresentano. In occasione della Giornata della memoria si commemorano le vittime dell' Olocausto, mentre il 10 Febbraio si ricordano le vittime delle Foibe e  tutte le persone costrette a lasciare la loro casa e… … continua la lettura

  • _________________________________________________

    1° Maggio

    “Io non sono, non ho mai preteso, né pretendo di essere un uomo rappresentativo della cultura. Però sono rappresentativo di qualche cosa. Io credo di essere rappresentativo di quegli strati profondi delle masse popolari più umili e più povere che aspirano alla cultura, che si sforzano di studiare e cercano di raggiungere quel grado del sapere che permetta loro non… … continua la lettura

  • _________________________________________________

    Perché si festeggia il 1° Maggio

    Le origini della Festa del lavoro. La decisione venne presa a Parigi nel 1889 durante il congresso della Seconda internazionale per ricordare una manifestazione operaia a Chicago del 1° maggio 1886, repressa nel sangue La Festa del Lavoro, celebrata il primo maggio, venne istituita nel 1889 dal movimento socialista, durante il congresso della Seconda internazionale, in quei giorni riunito a… … continua la lettura

  • _________________________________________________

    L’Inferno della 2C

    NEL MEZZO DEL CAMMIN DI NOSTRO STUDIO CI RITROVAMMO IN UN CORTILE OSCURO OR VI CONTERÒ DI QUEL CHE HO VEDUTO . Dopo aver pronunciato questi versi Dante vide avvicinarsi una figura angelicata e capì subito chi fosse: era il custode Walter. Walter disse al poeta: - sarò la tua guida e ti mostrerò il vero inferno! - Dante al… … continua la lettura

  • _________________________________________________

    CALAMANDREI DISCORSO SULLA COSTITUZIONE

    “Finché ci saranno ostacoli alla dignità dell’uomo, la Carta sarà incompiuta” "La politica non è una cosa piacevole, però la libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare" Quello che segue è un ampio estratto del famosissimo discorso che Piero Calamandrei, uno dei padri della Carta, tenne davanti agli studenti della Cattolica di Milano… … continua la lettura

  • _________________________________________________

    ESSERE O APPARIRE, questo è il problema! Il peso dei giudizi degli altri secondo Samanta Amoriello (3B)

    Essere o apparire? “L'abito non fa il monaco” recita un noto proverbio, eppure la società contemporanea sembra decretare il contrario. Ormai sembra che le persone non abbiano una propria personalità; tutti con le stesse scarpe, stessi capelli, stessi vestiti, tutti hanno almeno un social, se qualcuno non ne possiede uno per la società è sfigato. Oggi se non ascolti la… … continua la lettura

  • _________________________________________________

    MONDI A CONFRONTO: Carta e penna contro digitale nel tema di Ginevra Gianassi (3B)

    Comunicare. Un tempo per farlo si scriveva una lettera, oggi si invia un sms o un’e-mail. Ma la domanda è: quale metodo è il migliore? Sinceramente non saprei scegliere. Perché? Semplice, sono due cose completamente diverse. Insomma quale sms può sostituire il profumo inebriante della carta appena tagliata? Quale messaggio vocale può competere con il sentimento che ci coinvolge per… … continua la lettura

  • _________________________________________________

    IL ROBOT

    di Serena Bertocci, Simona Shen, Ye Xiao Qing, Amin Hamr Erras, Hajar Erraqi Era una brutta giornata di Novembre, pioveva, tirava vento e faceva molto freddo. L’asfalto era bagnato e le macchine erano costrette a rallentare durante le curve della città di Metroburg. Giuly stava viaggiando veloce perché doveva andare a prendere il figlio Tom a scuola. Il semaforo diventò… … continua la lettura

  • _________________________________________________

    LA STORIA DI UNO SCIENZIATO E DEL SUO ROBOT

    di Amoriello Samanta, Cocchi Camilla, Yang Diego "Cari scienziati, brindiamo al nostro primo robot che siamo riusciti a creare dopo ben 7 anni!" "A Luke!!" gridarono i colleghi scienziati. "Cari colleghi, mi dispiace dovervi lasciare proprio ora, ma devo andare a casa, oggi è stata una giornata pesante per me. Buona serata! A domani!" Disse Erik, il superiore, colui che… … continua la lettura