di Madeline Miller
In questo libro l’autrice ha voluto presentare l’Iliade cambiando il punto di vista: il narratore è Patroclo. La trama ripercorre quella del poema omerico, iniziando dall’adolescenza dei due personaggi principali, Achille e Patroclo, fino alla guerra di Troia e al triste epilogo dei protagonisti.
Al centro della narrazione troviamo l’evoluzione del rapporto tra il Pelide Achille, figlio di una dea, e Patroclo, voce narrante, mandato in esilio dal padre Menezio.
Attraverso le pagine scorre la vita dei due protagonisti in direzioni uguali e contrarie: la crescita eroica del possente Achille, dalla bellezza semidivina, e quella all’ombra del gracile e poco promettente Patroclo. I due diverranno amici, ma il sentimento d’amore prevarrà sulla semplice amicizia.
Il loro rapporto è oscurato dalla ninfa Teti, madre di Achille, quando il prediletto sceglie come compagno di battaglia proprio l’esule Patroclo.
Una cornice di vizi e tentazioni, dei e sotterfugi, mito e morte, fanno da contorno all’addestramento prima e al combattimento poi della famosa guerra di Troia da parte dei due uomini, le cui pagine ne narrano l’inquietudine e l’efferatezza.
Il ritmo incalzante dell’avvicendarsi della guerra culmina nella morte dei due uomini. La morte di Patroclo avviene per mano di Ettore, e Achille, distrutto dal dolore, compie la sua vendetta accanendosi per giorni con crudeltà e ferocia sul corpo dell’assassino troiano.
Tra le pagine di questo romanzo d’altri tempi e allo stesso tempo così attuale, pare di sentire un vero e proprio canto d’amore per Achille da parte dell’altro protagonista, voce narrante del libro.
COMMENTO:
Ho amato questo libro fin dalla prima pagina e, nonostante conoscessi già la storia, non mi ha annoiata per niente. A differenza dell’Iliade che studiamo a scuola, in questo romanzo è raccontato l’amore puro e sincero di due ragazzi. L’autrice mostra Achille in tutte le sue sfaccettature e la cosa che più mi ha colpita è che la storia viene narrata dal punto di vista di Patroclo che mostra le sue debolezze, i suoi sentimenti e le sue emozioni. Generalmente quando parliamo della guerra di Troia pensiamo a Elena e Paride o all’incredibile forza di Achille. Ma quanti pensano a Patroclo? Effettivamente quasi nessuno e devo dire che anche io, prima di questo libro, ma dopo averlo letto mi sono totalmente ricreduta. Tra Achille e Patroclo c’è complicità, elemento che continua ad esserci anche durante la guerra che come ben sappiamo spezza molte vite tra cui anche quella di Patroclo. Questo libro mi ha dato molto e mi ha mostrato come con il tempo le cose sono cambiate anzi sono forse peggiorate, infatti ai tempi degli antichi greci l’amore tra due uomini o due donne veniva considerato come una cosa normale e invece nella società di oggi le coppie omosessuali vengono spesso escluse e discriminate.
Tra le frasi che più mi hanno colpita c’è questa: “Aveva davvero pensato che non lo avrei riconosciuto? Lo riconoscerei anche solo dal tocco, dal profumo, lo riconoscerei anche se fossi cieco, dal modo in cui respira, da come i suoi piedi sferzano la terra. Lo riconoscerei anche nella morte, anche alla fine del mondo”, frase che viene pronunciata da Patroclo. Insomma, in questo libro si viene trascinati in un vortice d’amore, capace di farti viaggiare e di farti tornare indietro nel tempo.
ALICE FRASCONÀ, 2 F